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L'IMPUGNATURA
è una parte importantissima da cui origina e si sviluppa l'intero fucile. La linea è solitamente sottile, pulita, ridotta come ingombri laterali e rastremata longitudinalmente. Può essere stampata a caldo con tecnopolimeri di diversa natura o in lega metallica d'alluminio e non è detto che sia costituita sempre da un'unica soluzione di fusione: c'è qualche modello che è assemblato in due gusci o in più pezzi, secondo strategie costruttive ben definite. Un numero variabile di piccole spine inox d'assemblaggio, che vincolano anche le strutture interne, è riscontrabile sulle guanciole laterali. L'interno è cavo poichè deve accogliere la scatola o il congegno di scatto; ci può essere un castello superiore che funziona da chiusura o da elemento direttamente ospitante la meccanica di sgancio/aggancio che in questa tipologia d'arma è molto semplice: spartana, composta da pochi leveraggi plastici, una o più molle in inox, e da un dente in acciaio temprato. La liberazione dell'asta è immediata, vista l'elementarità del sistema, anche se qualche gruppo, sollecitato da carichi di sforzo molto elevati, tende a trasmettere direttamente la durezza di sgancio al grilletto.
La parte anteriore è strategica poichè deve raccordarsi con l'affusto: generalmente una spina di calibro generoso è apposta sul traverso dell'innesto, per saldarli in un abbraccio indissolubile. L'innesto può essere maschio, quindi di sezione tonda, minore rispetto al diametro interno della canna; femmina, variabile a secondo del diametro esterno dell'elemento di piantaggio del fusto o del fusto stesso; doppio, se presenta entrambe le prerogative: una sezione concentrica e una perimetrale. La presenza di guarnizioni stagne è obbligatoria tra i vari sistemi: le vie d'acqua vanno scongiurate a priori anche se non ci troviamo di fronte ad un fucile a pressione, affinchè l'arma risulti leggera e neutra in ogni frangente. |
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Le sedi per gli O-ring sono: o ricavati direttamente sulla circonferenza dello stesso innesto oppure applicati a dei veri e propri tappi di tenuta ermetica, situati a contatto del tramite di piantaggio e tenuti in sede da una conicità speciale o da una spina passante. Lo sganciasagola può essere di varia fattura e il più classico è definito a coccodrillo perchè trattiene il filo come la mandibola inferiore delle fauci del rettile: merito di tanti piccoli dentini plastici in rilievo o di un'unica protuberanza a corno, situati al termine di una lamella flessibile. |
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