Scegliere un capo ideale alle nostre necessità pratiche presuppone un brevissimo esame di coscienza: quando facciamo le immersioni?
Dove? Quanti soldi possiamo spendere?
Ci tuffiamo solo da terra o utilizziamo anche l'imbarcazione?
La muta deve essere una seconda pelle.
a con una oculatezza esemplare: qualsiasi errore in sede di valutazione, sia con una misura abbondante, sia con una taglia striminzita, sia alla non adattabilità soggettiva alle tipologie di taglio sartoriale, si pagherà a caro prezzo.
Non riusciremo mai a conoscere il vero comfortò in termini di calore e comodità . Se i modelli standard a disposizione non suscitassero piena approvazione tecnico-funzionale non esitate che pochi istanti: sulla rivista troverete indirizzi e particolarità dei molti laboratori artigianali che confezionano capi su misura. Una muta realizzata come un guanto, con materiali che sono adattati alle vostre specifiche esigenze (capacità di memoria, rivestimenti, fodere, colori, accessori, sezione, ecc...) costituirà il punto di non ritorno
Una valutazione importantissima riguarda lo spessore del materiale. Per un uso prettamente estivo o con acque temperate sopra i 20/22 C° darà una sufficiente protezione un capo da mm 3,5. Ricordiamo che se la temperatura di superficie è elevata non è detto che sia così anche per gli strati più profondi, dai 20 metri in già. Si indossa con estrema facilità data la sottigliezza e l'elasticità .
Escludiamo il monopelle poichè in queste sezioni è così delicato che è quasi impossibile conservarlo intatto per diverse immersioni.
Il bifoderato va benissimo se non si è troppo esigenti in fatto di materiali tecnici mentre i garisti adottano il mono foderato. Per gli spostamenti con il gommone il neoprene liscio esterno si asciugherà in un baleno, invece nel caso della fodera esterna, si avrà un discreto margine di robustezza per un materiale così sottile.
Il 5 mm è lo spessore che si potrebbe definire universale: c'è qualcuno che lo usa durante tutto l'arco dell'anno, anche d'inverno. Noi consigliamo una muta di questa sezione da maggio/giugno fino a ottobre/novembre in acque con temperatura media compresa tra i 16/17 C° sino ai 20/21 C°.
Volendo strafare si può impiegare solo la giacca da 5 mm e i pantaloni da 3,5 mm: le gambe sono sempre in movimento e quindi si patisce meno il freddo mentre la giacca più spessa darà calore alle zone vulnerabilissime della nuca e della testa nelle discese profonde. Da questo spessore il monopelle rappresenta l'apoteosi di morbidezza e tecnicità . Per il monofoderato valgono le considerazioni sopra citate; mentre per il bifoderato si avverte una esigua differenza in termini di elasticità ma per chi abbisogna di un capo tuttofare stagionale, la scelta si rivela azzeccata.
Per le acque fredde, il mediterraneo da dicembre ad aprile/maggio (10/15 C°), è validissimo il 6,5 mm. I più freddolosi impiegano anche il 7 mm.
Questo spessore consente una permanenza prolungata nel sesto continente e il freddo si patirà più nell'ambiente esterno che nell'elemento liquido. Il problema pratico si sofferma sull'elasticità del materiale in quanto le quote di pesca non sono straordinarie e quindi della memoria di schiacciamento non ne usufruiamo. Lo sfoderato permette un'ottima libertà di movimenti ma è fragile se sottoposto a numerosi traumi nel bassofondo. La scelta si orienta verso un capo monofoderato, con la fodera esterna che lo rende caldo e sufficientemente morbido. Il bifoderato è più rigido e sia la vestizione che la mobilità risultano più impacciate.
Chi usa molto il fucile ad elastico non potrà che apprezzare il classico rinforzo sternale imbottito che adorna numerosissimi modelli:
sicuramente prolunga la durata della giacca e previene abrasioni cutanee.
La toppa è costituita da una speciale mescola gommata vulcanizzata. I sistemi di chiusura applicati sulla coda di castoro sono di due tipi: gli alamari di plastica e la striscia di velcro.
Gli alamari possono essere singoli o doppi. Sono caratterizzati da una barretta a T da un lato e da una rondella di arresto fissa sulla porzione anteriore della giacca. La regolazione immediata è un po macchinosa ed è meglio eseguirla all'asciutto, con calma. La distribuzione della tensione di ancoraggio è spesso affidata ad un breve tratto di sagolino. La robustezza è provata
Il velcro non ha mai brillato per durata e qualità di fissaggio ma eccelleva in comodità e velocità di regolazione; fino a poco tempo fa quando è stato immessa sul mercato una famiglia di prodottià rivoluzionari: resistentissimi, garantiti per migliaia di strappi. I ruoli si sono invertiti e la partita è tuttora aperta.
Un'ultima considerazione la rivolgiamo alla differenza tra i pantaloni a salopette e quelli a vita alta: se si desidera che la giacca vesta come un enorme ventosa sulla pelle e non ci sia nulla che ostacoli ulteriormente la respirazione è meglio che non ci sia nessuna bretella ad alterare le questioni.
E'vero che le salopette spesso sono realizzate in neoprene differenziato sottilissimo e che non fanno, per forza di cose, arrotolare il bordo dei calzoni durante la vestizione ma sono sempre un qualcosa che interferisce con la perfetta aderenza.
Se invece il capo è bifoderato il dato passa in secondo piano. |