Siamo in una stanza tranquilla, nell'oscurità o in penombra.
Stendiamoci su un tappeto o su una stuoia, con le braccia lungo i fianchi, le mani appoggi sui palmi, il volto verso il soffitto.
Facciamo alcuni atti respiratori lenti e profondi,
chiudiamo gli occhi immaginiamo di essere su una spiaggia silenziosa in una giornata di sole siamo sdraiati sul bagnasciuga con i piedi rivolti verso il mare e sentir le onde leggere e lente che ci bagnano i piedi, i polpacci, le cosce, il bacino, la schiena, il collo, le mani, le braccia, le spalle.
L'acqua è tiepida e sentiamo indugiare dietro la nuca, intorno alla testa.
Inspiriamo con le narici sulla sensazione di calore e di lentezza delle lieve onda che sale, respiriamo sempre molto lentamente e con le narici, sull'onda che si ritira ritorna al mare.
Inspirando, immaginiamo di assorbire la lentezza e di calma dell'onda.
Soffermiamoci sulle sue sonorità , sul suo ritmo più intimo ed espiriamo ascoltando il rumore del riflusso.
Fondiamo il nostro respiro con quello del mare.
Possiamo protrarre il rilassamento a nostro piacimento lasciandolo approfondire sempre di più, fino a sentire noi stessi fare parte dell'onda.
Quando desideriamo uscire dalla condizione di abbandono soffermiamoci sul corpo, salendo dai piedi verso la testa; quando ci sentiamo pronti ci stiriamo lentamente e apriamo gli occhi; sempre in una stanza tranquilla, scegliendo tra il buio e la penombra, nella stessa posizione dell'esercizio precedente.
Iniziamo a respirare con le narici, molto lentamente, e chiudiamo gli occhi immaginando che al centro della nostra fronte, dal lato interno, ci sia uno schermo bianco, sufficientemente luminoso e disposto a ricevere
con chiarezza le immagini che noi proietteremo.
Siamo in una stanza tranquilla, nell'oscurità o in penombra.
Stendiamoci su un tappeto o su una stuoia, con le braccia lungo i fianchi, le mani appoggi sui palmi, il volto verso il soffitto.
Facciamo alcuni atti respiratori lenti e profondi, chiudiamo gli occhi immaginiamo di essere su una spiaggia silenziosa in una giornata di sole siamo sdraiati sul bagnasciuga con i piedi rivolti verso il mare e sentir le onde leggere e lente che ci bagnano i piedi, i polpacci, le cosce, il bacino, la schiena, il collo, le mani, le braccia, le spalle.
L'acqua è tiepida e sentiamo indugiare dietro la nuca, intorno alla testa.
Inspiriamo con le narici sulla sensazione di calore e di lentezza delle lieve onda che sale, respiriamo sempre molto lentamente e con le narici, sull'onda che si ritira ritorna al mare.
Inspirando, immaginiamo di assorbire la lentezza e di calma dell'onda.
Soffermiamoci sulle sue sonorità , sul suo ritmo più intimo ed espiriamo ascoltando il rumore del riflusso.
Fondiamo il nostro respiro con quello del mare.
Possiamo protrarre il rilassamento a nostro piacimento lasciandolo approfondire sempre di più, fino a sentire noi stessi fare parte dell'onda.
Quando desideriamo uscire dalla condizione di abbandono soffermiamoci sul corpo, salendo dai piedi verso la testa; quando ci sentiamo pronti ci stiriamo lentamente e apriamo gli occhi; sempre in una stanza tranquilla, scegliendo tra il buio e la penombra, nella stessa posizione dell'esercizio precedente.
Iniziamo a respirare con le narici, molto lentamente, e chiudiamo gli occhi immaginando che al centro della nostra fronte, dal lato interno, ci sia uno schermo bianco, sufficientemente luminoso e disposto a ricevere con chiarezza le immagini che noi proietteremo.
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