Spesso viene detto che l'apnea necessita di un buon equilibrio psicofisico.
L'importanza di questo ha spiegazioni fisiologiche, comportamentali e più strettamente tecniche.
L'apnea non richiede grandi capacità atletiche, ma l'immersione in sù comporta stress fisici non indifferenti. La sospensione dell'attività respiratoria e gli sforzi muscolari in ambiente iperbarico mettono a dura prova l'apparato cardiocircolatorio.
A ogni emersione corrisponde un brusco passaggio da un'accentuata brachicardia con forti aritmie al rapido pulsare nel recupero necessario a smaltire il blood-shift.
I polmoni devono adattarsi velocemente a sbalzi di pressione inusuali in ambiente aereo e le vie respiratorie superiori sono percorse da impulsi pressori a ogni compensazione.
Anche i reni sono chiamati a un superlavoro, proprio dalle alterazioni di pressione e circolazione sanguigna.
Non è sufficiente un ottimo stato di salute, ma occorre anche ridurre gli stress da immersione se non si è in forma perfetta. Un leggero raffreddamento si trasforma facilmente in otite o sinusite nel corso di una giornata di immersioni fatte ad onta delle difficoltà di compensazione. Anche una digestione difficile rappresenta un problema aggravato dall'entità del blood-shift propria dell'immersione in apnea.
Di contro, trovarsi a stomaco vuoto quando si è per ore sotto sforzo può provocare bruschi cali degli zuccheri, con repentini crolli dell'efficienza muscolare.
Anche in condizioni normali e in perfetta efficienza, l'apneista accorto deve amministrare con oculatezza le proprie risorse. Errori nella gestione degli sforzi, o nella valutazione delle energie residue, possono costare molto caro. Il mare non è uno stadio: la sola oggettiva difficoltà a trovare aiuto costituisce un non indifferente handicap psicologico.
Per quanto bravo possa essere il nostro compagno d'immersione, alla fine sappiamo di dover contare soprattutto su noi stessi.
Questa consapevolezza può innescare pericolose sfide con i propri limiti, più o meno inconsce. Dopo ogni evento più azzardato di uno precedente e che non comporti problemi apparenti, ci si sente rafforzati fino a sentirsi pressochè invulnerabili. Per nostra fortuna, l'organismo umano ha molti sistemi di autodifesa e non sempre le sconfitte (inevitabili) si trasformano in tragedia. Possono però rovinarci una stagione, o costringerci a noiose terapie. Cercare di superarsi è nella natura umana, altrimenti l'uomo non avrebbe mai progredito e ora staremmo ancora nelle caverne a mangiare carne cruda. |