PROFONDITA'MASSIMA:30mt
FONDALE: Misto
COSA TROVATE:
Dirigendoci verso destra (con le spalle al monte) troviamo il primo fondale interessante in corrispondenza di una spiaggia di grossi ciottoli. È una distesa di massetti che si estende verso il largo fino a una cinquantina di metri dalla riva per terminare poi sulla sabbia alla profondità di circa otto metri, insidiando cefali di media taglia e saraghi. Sono pesci molto diffidenti che obbligano a lunghe apnee. Proseguendo lungo costa sempre con la stessa attrezzatura, specie nei pressi di una punta rocciosa biancastra, è possibile incontrare ancora pesce bianco, soprattutto saraghi e qualche spigola di piccola taglia; tutto da cacciare all’aspetto. Le rare tane alla base di alcuni scogli isolati sono di solito vuote o tutt’al più frequentate da polpi e gronghi. A un certo punto, davanti ad una casa caratteristica sulla collina (bianca con due file di finestre marroni), ci spostiamo verso il largo, fino ad incontrare, dopo alcune estensioni sabbiose intervallate da posidonia, una secca conosciuta come Ciappa di Terra. Si tratta di un gruppo di sei o sette scogli circondati dalla sabbia; il fondale è sui dieci, dodici metri, mentre la sommità dello scoglio arriva a circa tre metri dalla superficie. La Ciappa è ricca di polpi e di pesci minuto e non mancano triglie di buona taglia e qualche seppia. La vera attrattiva della Ciappa è comunque un branco di dentici che, specie in autunno e primavera e quando la corrente è forte, possono essere insidiati con aspetti condotti a regola d’arte. A volte, gruppi di ricciole nuotano attorno al cappello. L’ultimo punto interessante è il moletto del Nautilus, subito prima che la stradina dei Piani d’Ivrea si ricongiunga all’Aurelia. Vi si trova pesce bianco e qualche seppia. Se poi si va a sinistra del posteggio, si incontra un’ottima zona in corrispondenza delle strutture dell’ex Hotel Orizzonte; dinnanzi alla riva, a una distanza variabile tra i 20 e i 200 metri, si erge una serie di secche di roccia scura, che salgono da una profondità massima di 18 metri fino a circa cinque. Qui c’è un po’ di tutto, dal sarago al cefalo di grande taglia, dalla spigola all’orata, dai denticiotti alle lecce a stella; e poi occhiate, triglie e mormore sulla sabbia, qualche totano in stagione, cefalopodi e gronchi. Dovremo ancora privilegiare l’aspetto, praticato sugli ultimi scogli più isolati verso il largo, e l’agguato nei canaloni tra scoglio e sabbia. Proseguendo ancora incontriamo un ampio golfo, contrassegnato da un ex casello delle ferrovie abbandonato e da tempo trasformato in abitazione privata. Per tutto il golfo, ancora pesce bianco (specie saraghi di taglia), da insidiare all’aspetto. Ancora più in là troveremo una lunga scogliera che delimita una sorta di laguna posta tra due gallerie della vecchia linea ferroviaria. Sott’acqua c’è una franata ininterrotta di massi di varia dimensione fino a una distanza dalla riva di circa venti metri e a una profondità massima di dieci. Anche qui c’è sempre pesce; ma prenderlo è alquanto difficile. Infatti le tane della franata sono tutte collegate e, se non si conoscono i punti precisi, le prede sono in grado di avere sempre la meglio. È allora conveniente tentare con l’agguato o con una variante dell’aspetto, da praticare sull’imboccatura delle tane più fonde e meno invitanti.
Verso l’estremo est della scogliera c’è un punto dove transitano di solito, spigole di media grandezza. Qui possiamo tentare la pesca in controluce che, con mare mosso, dà spesso risultati interessanti. Infine l’ultimo sito di pesca riservato a coloro che sono in possesso di un’apnea di altissimo livello. Servono una zavorra mobile, un compagno di pesca affiatato e un’imbarcazione o una plancetta di appoggio. Questo perché le correnti in zona sono spesso fortissime. Però il pesce c’è, eccome: saraghi e corvi, orate e mostelle, persino cerniotte dividono le tane con gronchi e astici: al libero ancora saraghi e dentici e qualche leccia di taglia nei periodi adatti. Stiamo parlando delle secche di San Giacomo, poste di fronte al camping Il Portigliolo, che si estendono per una vastissima porzione di fondale, a una distanza da terra che varia dai 600 metri a un miglio. Le profondità sono da primato: dai 20 ai 35 metri.