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La Palestra
Le prime, timide apnee del principiante arrivano presto a limiti accettabili, una volta che abbia raggiunto la sufficiente tranquillità in acqua e che si sia impadronito della tecnica della ventilazione. Per migliorarne ancora la durata non c'è che l'allenamento, fisico e psicologico, tanto più efficace quanto più intenso per non lasciarsi inflaccidire i muscoli nell'ozio della vita sedentaria, per tenere in piena efficienza i polmoni, condannati per lunghi mesi all'aria viziata ed al fumo dei luoghi chiusi. Diventerà specifico d'estate quando si potrà finalmente uscire in mare ed ogni immersione servirà d'allenamento per quella successiva. I risultati non si faranno attendere e ben presto si raggiungeranno quei limiti che solo poco tempo prima sembravano impossibili. Allora le. immersioni diventeranno veramente piacevoli e da esse si potranno ricavare le massime soddisfazioni.
L'allenamento invernale richiede sempre qualche sacrificio, ma può essere effettuato da tutti, indipendentemente dal tempo e dall'attrezzatura a disposizione. Chi ha la possibilità di frequentare palestre e piscine, alternerà ogni settimana lunghe nuotate in superficie ed in immersione a qualche ora trascorsa a fare esercizi all'asciutto. È importante che tutti i muscoli mantengano la loro elasticità, che il cuore si abitui a lavorare sotto ogni sforzo. Ogni esercizio va iniziato con gradualità, aumentandone il ritmo e l'intensità una settimana dopo l'altra. Gli sforzi maggiori in mare si compiono nella pianeggiata e nella respirazione, alla quale sono interessati sia i muscoli del torace che gli addominali. Gli esercizi in palestra, pertanto, dovranno interessare soprattutto queste parti, che nuovamente saranno sollecitate in piscina. Nell'impossibilità di dedicarsi ad un allenamento impegnativo e specifico, si possono trovare altri sistemi per scuotersi dalla pigrizia che finisce per rammollire.
Poiché ogni allenamento si fa per aumentare le proprie possibilità di immersione, si deve soprattutto abituare l'organismo alle particolari condizioni impostegli dall'apnea. Per riuscire a vincere più facilmente gli stimoli della respirazione, esso deve essere assuefatto al maggior tasso di anidride carbonica cui verrà costretto sott'acqua. Tenere un'apnea fino al suo limite è sempre una sofferenza, i polmoni chiedono di respirare e la volontà gli si oppone. Col graduale allenamento si comincia a soffrire ogni giorno un po' più tardi ed ogni secondo guadagnato si trasforma al mare in qualche centimetro in più di profondità. L'abitudine all'apnea, come dice Majorca, si fa benissimo anche a tavolino, studiando, scrivendo o facendo di conto. L'importante è fare qualcosa d'impegnativo che distragga la mente dall'idea di respirare e che faccia capire, nello stesso tempo, se si è vicini al limite della sincope. Finché la mente è lucida va tutto bene, il tener duro è solo questione di volontà, ma appena i pensieri si confondono, quando non si riesce più a fare una somma, è il momento di riprendere la respirazione. Quest' allenamento a tenere il fiato si può fare ovunque, sia da fermi che in movimento, in apnea inspiratoria ed espiatoria. È utilissimo anche per conoscere le reazioni del proprio fisico e la capacità di sopportazione personale. Deve essere fatto però senza iperventilazione preventiva, essendo il suo scopo unicamente quello di assuefare all'anidride carbonica.
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