AERATORE
Il boccaglio è la parte che viene posta in bocca e che quindi deve possedere ottime doti di anallergicità, morbidezza, confort.
Dalla gomma dei primi modelli siamo giunti ai più svariati tipi di siliconi, strutturati secondo precisi canoni ortodontici.
Il boccaglio deve essere scelto tenendo presente che lo terremo tra le labbra per moltissime ore. Se non sarà adatto al nostro apparato boccale potrebbero verificarsi gengiviti fastidiosissime, abrasioni e tutta l'immersione sarà un calvario. Vi sono dei boccagli di lunghezza marcata che compiono un tragitto significativo per raccordarsi al tubo e altri cortissimi, appena accennati.
Verrà data importanza, nella scelta soggettiva, alle dimensioni e ai raggi di curvatura che l'attrezzo possiede nel suo insieme.
Ogni persona umana ha una morfologia del volto differente. Se infatti le misure del boccaglio non fossero adeguate, troppo grandi o troppo corte, saremo costretti a compiere movimenti anomali ogni volta che lo serreremo in bocca, con conseguente disagio. Anche la disposizione e la mole delle due alucce che vengono addentate sono elementi da non sottovalutare. In certi casi con una forbicina minuta e affilata si rimodellarlo, rimpicciolendoli ed eliminando del materiale in sovrappiù. Sono apparsi ultimamente, sempre più frequentemente, numerosi boccagli dotati nella parte inferiore di una valvola per espellere direttamente ed immediatamente l'acqua. Sono generalmente validi per chi ama nuotare sulla superficie e non compie troppe capovolte consecutive ma per i pescatori subacquei vige la regoletta del: " Più è semplice, meglio è ". La porzione che si unisce al tubo è di solito mobile e ruota mediante snodi semplici. Esiste però anche un boccaglio dotato di un'articolazione brevettata che permette una rotazione non solo sull'asse orizzontale ma anche sul piano verticale. Per i pescatori che volessero il massimo grado di regolazioni multiple o che non trovano uno snorkel che li soddisfi, potrebbe essere una soluzione da provare. Una situazione che può verificarsi e che non è troppo piacevole da sopportare accade quando l'inserzione del boccaglio con il tubo fa acqua. Di norma l'unione delle due parti è molto semplice e non vengono interposte speciali guarnizioni. Succede che l'attrezzo sia un pò vecchio o che la cura nella manutenzione lasci a desiderare, e allora basta un granellino di sabbia o altri tipi di detriti che si inseriscano nelle giunture, per allagare parzialmente il boccaglio: ogni volta che inspiriamo sottraiamo un pò di liquido al Mediterraneo. La soluzione potenziale si applica smontando lo snorkel, pulendo bene gli incavi e rimontando il tutto. Se ciò non bastasse si può fasciare il tubo interno con un sottile velo di teflon per idraulici e si crea una sorta di spessore a tenuta stagna. La terza manovra possibile è 1 owolcpm&^to dell'insieme con nastro adesivo ben tirato: l'unico neo è che il boccaglio non può più ruotare e quindi il lavoro va eseguito considerando a priori l'esito finale
Il tubo è la classica appendice con il terminale fluorescente che tutti abbiamo ben presente. Quando si acquista uno snorkel l'attenzione del soggetto è quasi sempre rivolta a questa parte. Si ammira, si guarda la foggia di costruzione, la curvatura; i più tecnici ed impallinati controllano il diametro interno, la sezione, la morbidezza dei materiali, il colore, la lunghezza. Oqnuna di queste caratteristiche ha una suo rilievo più o meno da ricercare e soprattutto da scegliere in base alla tecnica di pesca adottata. L'unico discorso comune riguarda il diametro, la lunghezza e quindi il conseguente volume interno: i 20/22 millimetri di misura interna e i 38/40 centimetri circa di misura esterna, sono da considerarsi ottimali per uno svuotamento rapido dell'acqua ma soprattutto per la combinazione tra sforzo inspiratorio ed espiratorio. Alcuni specialisti dell'apnea profonda li accorciano il più possibile per limitare al massimo l'aria residua all'interno dell'areatore.
Per chi caccia in tana troverà eccezionale un tubo morbidissimo, che gli permetterà di incunearsi nella crepa, di infilare la testa sotto a quel lastrone bassissimo, di muoversi tra i buchi della frana senza il timore e l'imprevidibilità che la maschera venga scalzata improvvisamente dal viso a causa della leva accidentale compiuta dall'areatore contro qualche roccia. Infatti la maggioranza degli apneisti ama fissare lo snorkel facendolo passare sotto il cinghiolo della maschera, di lato, proprio per evitare l'incoveniente sopra citato o per sfilarlo rapidamente e magari posizionarlo in vita, sotto la cintura dei piombi. La comodità di un tubo flessibile è grande e risolve la questione senza rischiare spaventi o smarrimenti dell'attrezzo molto probabili in caso di intenzionale o forzato sgancio della zavorra. I vari sistemi di aggancio adottati dalle ditte costruttrici, sempre più sofisticati, sono ancora poco ìmpieciàti dai pescatori perché comunque troppo complicati rispetto alla disarmante semplicità del metodo classico. Il colore potrà essere sgargiante e ben visibile perché il pesce intanato non richiede componenti mimetici e potrebbe invece rifilare utilissimo al sub per pedagnare una buca interessante e identificarla così dalla superficie, agevolmente. Per aumentare l'avvistabilità è possibile fasciare il tubo con anelli di nastro fluorescente o fosforescente.
Per gli aspettisi!, per chi pratica l'agguato, la personalizzazione dello snorkel può essere fatta sperando che tutto concorra ad ingannare o sorprendere al libero le prede.
Innanzi tutto non aspettiamoci che il nostro equipaggiamento faccia dei miracoli ma un piccolo particolare, adattato a situazioni contingenti può dare dei vantaggi tangibili, almeno in qualche situazione. La scelta del colore sarà rivolta alle tinte scure e personalmente elimino anche l'adesivo variopinto che viene apposto al termine del tubo; meno visibili siamo, meglio è.- Esistono dei sub che addirittura per essere poco avvistabili nel contesto sottomarino sfilano, durante la capovolta, lo snorkel.
Un amico per ovviare alle frequenti perdite dell'oggetto in questione, nel corso delle pescate, e successivo plurimo esborso economico, ha escogitato un metodo strano ma efficace. Ha collegato al boccaglio una sottile corda elastica, fissata ad un passante della cintura, e così, quando lo sfila e lo passa all'interno della cinta, non ha più il timore di smarrirlo. Per quanto mi riguarda accorcio l'areatore fino al limite possibile e cioè quello dell'ingresso di acqua nel sistema, per permettermi di nascondermi ai pinnuti e rendergli così resistenza più difficoltosa. All'inizio si potrà bere un pò ma poi si fa l'abitudine e sia la respirazione in superficie che l'effetto scomparsa saranno buoni. Credo che anche la ventilazione ne guadagni nell'insieme poiché ho constatato che diminuiscono sensibilmente gli sforzi di respirazione complessivi. Il capo dell'aspettista senza innaturali appendici che spuntano come antenne anomale da una "V" di roccia nel fondo marino è molto più ingannevole. In caso di mare agitato e pesca in poca acqua, adotto uno snorkel più lungo e in tal modo non ingurgito involontariamente acqua. I tubi degli areatori non sono più tutti a forma di "L" e rigidi come alberi. Esistono snorkel semicurvi, tubi profilati che seguono i tratti del viso, sezioni rettangolari per la minima resistenza e attrito nel nuoto, tratti elastici. Ognuno può reperire il tubo maggiormente congeniale. Un modello non troppo rigido e che segua il più possibile le curve della nostra faccia è da preferirsi. Le ore di condivisone e le avventure in sua compagnia saranno tantissime e un prodotto valido è quanto di meglio ci si possa assicurare per delle pescate memorabili.