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Le meduse sono invertebrati marini, le specie note sono circa 7.000 e sono appartenenti a tre diverse classi: Hydrozoa, Scyphozoa e Cubozoa. Sono gli animali più antichi sul pianeta: popolano i mari da più di 500 milioni di anni, fluttuando silenziosi nel blu come dischi volanti. Sono costituiti da circa il 98% di acqua, e nonostante la loro semplice organizzazione cellulare, a simmetria raggiata, hanno sviluppato una “temibile” strategia difensiva e predatoria.
La differenza sostanziale tra meduse appartenenti alle varie classi è data sia dalla forma (cubica, con presenza o assenza del velo) che dal loro ciclo biologico, ovvero dalla modalità con la quale esse nascono, si sviluppano e si riproducono. Ce ne sono in tutto il mondo, dal polo all’equatore, e dalle caratteristiche più bizzarre: alcune specie sono molto grandi, misurando più di 2 metri di larghezza ed arrivando a pesare 200 kg , come la Cyanea capillata, chiamata “criniera di leone” per via dei tentacoli, lunghi anche 30 metri, che appaiono dal maestoso ombrello come una folta testa leonina; altre sono molto tossiche, come la Chironex fleckeri, la vespa di mare australiana, il cui veleno riesce in 180 secondi circa ad uccidere un uomo. E’ stata anche rivelata una “medusa immortale”, (in realtà si tratta di un idrozoo,Turritopsis nutricula) che riesce a “ringiovanire” regredendo allo stadio di larva periodicamente e potendo così raggiungere età anche di 500 anni!!!
La struttura fondamentale di una medusa è data da un “cappello” superiore detto ombrella, del tutto innocuo, da un velo, un anello e da svariati tentacoli piuttosto pericolosi, talvolta addirittura letali.
All’anello sono ancorati i tentacoli, ma sia la struttura del velo che quella dell’anello non sono sempre presenti. I tentacoli delle meduse possono raggiungere la lunghezza di vari metri, e sono costituiti da particolari cellule dette nematocisti. |
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Queste caratteristiche cellule sono rigonfie di liquidi velenosi e svolgono il loro ruolo principale nella raccolta di cibo e per la difesa: esse possono scaricare un lungo tubo ricco di spine che penetrano nella preda e mediante alcuni impulsi, liberano un liquido tossico paralizzante. Molte specie sono incapaci di nuotare, ma riescono a mantenersi a galla mediante alcune vesciche galleggianti, e si lasciano trasportare dalle correnti generate dal vento.
Le meduse di dimensioni maggiori si ritrovano negli Cnidari Scifozoi, le cosiddette scifomeduse, tra le quali primeggia la Cyanea capillata, diffusa nei climi temperati ed artici, che può arrivare ai 2,5 m di diametro. Lo stadio polipoide è molto spesso ridotto, e nella Stygiomedusa e Pelagia noctiluca, specie oloplanctoniche, risulta invece assente.
Nei Cubozoi, la struttura a forma di "ombrello" è di forma cubica con simmetria tetraradiale. Le cubomeduse, meduse diffuse nei mari tropicali, sono di piccole dimensioni, con al massimo i 15 cm (3 metri in estensione) delle Chironex fleckeri; tuttavia sono molto pericolose e talvolta mortali anche per l'uomo, che le ha così soprannominate "vespe di mare" |
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Lo stadio delle meduse si trova invece assente negli Cnidari della classe Anthozoa e in alcune specie di Idrozoi (ad esempio, l'Hydra), dove in molti altri casi prevale la forma polipoide coloniale, e l'idromedusa è di dimensione e vita ridotta.
Ciclo vitale e riproduzione:
La maggior parte delle meduse è a sessi separati. I gameti possono essere liberati nell’ambiente esterno. In alcuni casi le uova sono trattenute all’interno del genitore fino alla fecondazione.
Appena dopo la fecondazione vi è la formazione di una larva, liberamente natante, detta Planula. A parte la classe Scyphozoa e quella Cubozoa, che sono costituite da individui che hanno prevalentemente forma medusoidale, le specie che costituiscono la classe delle idromeduse hanno un ciclo di vita a forme alterne: trascorrono una prima fase della vita sottoforma di polipo, quindi fisso al substrato, con limitazione nei movimenti e una parte della vita la trascorrono sottoforma di medusa, liberamente natante.
Per descrivere il ciclo vitale generico delle meduse, possiamo prendere in esempio l’Aurelia, una specie appartenete alla classe degli scifozoi.
L’Aurelia è a sessi separati, e come tutti gli scifozoi ha come forma prevalente quella medusoidale, con dimensioni di circa 10 cm. I gameti dell’Aurelia, dopo la fecondazione si sviluppano in Planula, questa larva di 0,03 mm è liberamente natante e dopo un primo periodo si sviluppa mutando in un polipo di circa 4 mm. Questo polipo è fissato al substrato, e dopo una fase di accrescimento, il polipo produce piccole meduse, dando vita così ad un nuovo ciclo biologico. |
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