LA PRATERIA
La Posidonia si trova per lo più sui fondali mobili (fangosi e sabbiosi), e i suoi rizomi che hanno la capacità di crescere sia in verticale che in orizzontale, si intrecciano strettamente fra loro, formando con il sedimento intrappolato dalle foglie, una sorta di terrazze sottomarine, chiamate "mattes", alte anche dive La Posidonia oceanica è presente in vaste praterie sui fondali del Mar Ligure, soprattutto nelle Aree marine protette, dove costituisce delle vere e proprie praterie ad una profondità di circa 20-30 metri. Si tratta di una pianta acquatica endemica del Mar Mediterraneo, che fa parte della famiglia delle Posidoniaceae. I fossili più antichi di Posidonia oceanica sono datati 120 milioni di anni fa, durante il Cretaceo. Nonostante sia una pianta acquatica, ha notevoli somiglianze con le piante terrestri, come la presenza di radici. Il fusto è rizomatoso e le foglie, riunite in ciuffi di colore verde brillante, sono lunghe fino al metro e nastriformi. Dopo i periodi di fioritura, in primavera ed in autunno, produce dei frutti galleggianti. Nel suo insieme, si estende in vaste praterie acquatiche che rivestono estrema importanza dal punto di vista ecologico, in quanto rappresenta un rimedio naturale all' erosione delle coste ed inoltre la sua presenza è un habitat ideale per molte specie di organismi animali e vegetali
Le praterie hanno un ruolo fondamentale nell'ecosistema del bacino mediterraneo. In primo luogo è uno dei produttori primari di ossigeno (circa 14l/mq/anno) e di sostanze organiche (circa 20 t/ha/l'anno), La Posidonia inoltre attenua i fenomeni erosivi del mare sulle coste, infatti il movimento delle foglie rallenta il moto ondoso creando una vera e propria barriera. Nonostante tutte queste caratteristiche positive, nel bacino del Mediterraneo si sta assistendo ad una progressiva regressione delle praterie dovuta a fattori diversi. Oltre alla competizione con le alghe invasive alloctone, Caulerpa racemosa e Caulerpa taxifolia, contribuiscono al regresso della specie, con effetti altamente destabilizzanti per l'equilibrio dell'intero ecosistema marino, altri importanti fattori di disturbo, come la cementificazione delle rive, l'inquinamento, gli effetti dannosi delle reti "a strascico", gli ancoraggi, ecc.
Le praterie di Posidonia oceanica sono in grado di ospitare numerose varietà di organismi animali e vegetali. Fra questi troviamo alghe e briozoi che colonizzano la superficie delle foglie e i rizomi. Le foglie ospitano anche organismi animali e detritivori. Gli organismi vegetali, che vivono grazie alla sua presenza, sono preda di molluschi e crostacei e questo garantisce un buon mantenimento della catena alimentare marina. La popolazione animale presente nella prateria è invece costituita da sessili che vivono sul substrato delle foglie ed erbivori, tra cui il riccio che riesce a consumarne le foglie. Fra i carnivori abbiamo i policheti, i molluschi, fra cui il Pinna nobilis e pesci come la Sarpa salpa.
CAULERPA
Caulerpa taxifolia La sua storia inizia intorno agli anni 50. In quel periodo gli acquari pubblici d' Europa importavano diverse specie di Caulerpa a scopi decorativi. Negli anni 70 Caulerpa taxifolia venne acquistata per la prima volta dall'acquario di Stoccarda e presto distribuita ad altri acquari: tale alga infatti, oltre ad essere caratterizzata da un bel colore verde acceso, è molto resistente, ricopre velocemente il fondo delle vasche ed è un ottimo rifugio per le specie criptiche, caratteristiche che decretarono il suo successo. Nel 1983 fa il suo arrivo all' Acquario di Monaco e nel 1984 si ha la prima segnalazione in mare, proprio ai piedi dell'Acquario del Principato. Subito non ci fu alcun segno di allarmismo: una specie tropicale non sarebbe mai stata in grado di superare il "rigido" inverno mediterraneo! Quando nel 1989 il prof. Meinesz si immerse nuovamente nella zona antistante l' Acquario, lo spettacolo fu impressionante: C. taxifolia aveva ricoperto 10.000 m2 di fondale! Nel 1990 venne segnalata a Cap Martin per un ricoprimento totale di 30.000 m2. Alla fine del 1996 le segnalazioni rinvenute consentirono di stimare una superficie di ricoprimento pari a circa 30.000.000 di m2. Oltre al Principato di Monaco, i principali paesi coinvolti nel fenomeno sono Francia, Spagna, Italia e Croazia.